Altra massima del camperista: in camper non devi correre, sei già arrivato a casa.

Anche se la maggior parte dei camper si possono guidare con la patente B, vale a dire quella dell’auto – in quanto non superano le 3.5 tonnellate – le dimensioni sono molto diverse da quelle di un’auto; e richiedono attenzione. Bisogna controllare di avere sempre gli specchietti retrovisori posizionati nel modo giusto. In genere i modelli più recenti hanno almeno la telecamera per la retromarcia che facilita le cose durante il parcheggio. Stesso discorso per la situazione opposta al parcheggio, la marcia in velocità.

Consideriamo che gli ultimi modelli, con motori turbodiesel, hanno prestazioni notevoli, almeno in rapporto alle dimensioni, ma non hanno la stabilità di una macchina sportiva. Meglio dunque non superare i cento chilometri orari, anche per limitare i consumi, che sono sempre alti per via del peso e dell’impatto aerodinamico. Consolatevi: la Bourlinguette, il primo camper della storia, realizzato a cavallo tra Otto e Novecento, aveva un motore Panhard con potenza di una Vespa 50 cc. Si muoveva nei dintorni di Bordeaux a una velocità di quindici venti chilometri orari. Quando “sfrecciava” raggiungeva i trenta. In compenso era guidata da un autista-meccanico e dotata di cuoco di bordo per allietare il proprietario, Henri Lafitte, uno sportivo che sfoggiava il primo camper della storia durante le corse, come la Parigi-Madrid.